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Le sanzioni economiche contro Cuba sotto l’amministrazione Obama

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di: Salim Lamrani

Nel 2008 un Barack Obama candidato alla Presidenza degli Stati Uniti criticava la politica del proprio paese nei confronti di Cuba ed annunciava agli elettori statunitensi l’intenzione di rivedere le relazioni tra Washington e l’isola caraibica. Quattro anni dopo, il docente universitario francese Salim Lamrani confronta gli atti del Presidente con le promesse del candidato.

L’arrivo al potere del Presidente Obama negli Stati Uniti nel 2008 ha segnato una rottura di stile rispetto alla precedente amministrazione Bush nei confronti di Cuba. Nondimeno, tranne che per l’eliminazione di alcune restrizioni concernenti i viaggi, le sanzioni economiche hanno continuato ad essere applicate, anche in modo extraterritoriale. Ecco qualche esempio recente.

Durante la campagna elettorale del 2007, il candidato Barack Obama aveva effettuato una constatazione lucida sul carattere obsoleto della politica cubana degli Stati Uniti. Una volta eletto, è stata sua volontà quella di cercare “un nuovo approccio con Cuba”. “Credo che possiamo condurre le relazioni tra Stati Uniti e Cuba verso una nuova direzione ed aprire un nuovo capitolo di avvicinamento che proseguirà durante il mio mandato”, aveva sottolineato [1]. Obama aveva denunciato la politica del suo predecessore rispetto a Cuba, il quale aveva fortemente ristretto i viaggi della comunità cubana degli Stati Uniti. “Si tratta in effetti di un problema strategico ed umanitario. Questa decisione ha […] un impatto profondamente negativo sul benessere del popolo cubano. Concederò ai cubani il diritto illimitato di fare visita ai propri familiari e di inviare soldi nell’isola” si era battuto[2].

Obama ha mantenuto la parola. Nell’aprile 2009 ha annunciato l’eliminazione (diventata effettiva il 3 settembre 2009) delle restrizioni imposte nel 2004 dall’amministrazione Bush che colpivano i cubani che vivono negli Stati Uniti e che hanno la famiglia sull’isola. Ormai i cubani possono andare nel loro paese d’origine tutte le volte che desiderano per una durata illimitata (rispetto ai quattordici giorni ogni tre anni previsti prima) e fare trasferimenti di fondi senza limiti alle loro famiglie (rispetto ai cento dollari al mese previsti prima) [3].

Nondimeno, Washington non ha esitato ad applicare le sanzioni economiche, ivi comprese quelle extraterritoriali, contravvenendo, così, al diritto internazionale. Infatti, secondo quest’ultimo, le legislazioni nazionali non possono essere extraterritoriali, cioè non possono essere applicate al di là del territorio nazionale. Così la legge brasiliana non può essere applicata in Argentina. Allo stesso modo la legislazione venezuelana non può essere applicata in Colombia. Invece la legge statunitense sulle sanzioni economiche contro Cuba si applica a tutti i paesi del mondo.

In effetti, nel giugno 2012, la Banca olandese ING si è vista infliggere la più importante sanzione mai comminata dall’inizio dello stato d’assedio contro Cuba nel 1960. L’Ufficio di controllo dei beni stranieri (OFAC) del Dipartimento del Tesoro ha sanzionato l’istituzione finanziaria con un’ammenda di 619 milioni di dollari per aver effettuato, tra l’altro, transazioni in dollari con Cuba, attraverso il sistema finanziario statunitense, tra il 2002 ed il 2007 [4]. Il Dipartimento del Tesoro ha comunque obbligato la banca olandese a rompere le sue relazioni commerciali con Cuba, annunciando che: “ING ha assicurato all’Ufficio di controllo dei beni stranieri di aver messo fine alle pratiche che hanno condotto oggi all’accordo”. Così, una banca europea si è vista impedire, da Washington, ogni transazione commerciale con Cuba [5].

Il governo cubano ha denunciato questa nuova applicazione extraterritoriale delle sanzioni economiche, che, oltre ad impedire ogni commercio con gli Stati Uniti (tranne che per le materie prime alimentari), costituiscono il principale ostacolo allo sviluppo delle relazioni commerciali tra Cuba ed il resto del mondo. “Gli Stati Uniti hanno sanzionato unilateralmente la banca ING per aver effettuato, con le sue filiali in Francia, Belgio, Olanda e Curaçao, delle transazioni finanziarie e commerciali con delle entità cubane, vietate dalla politica criminale del blocco contro Cuba”, sottolinea il comunicato [6]. Adam Szubin, Direttore dell’OFAC, ne ha approfittato per mettere in guardia le imprese straniere che hanno relazioni commerciali con Cuba. Questa ammenda, “..è un avvertimento chiaro a chiunque ne approfitterà per violare le sanzioni degli Stati Uniti”, ha dichiarato, riaffermando anche che Washington continuerà ad applicare le sue misure extraterritoriali [7].

Altre imprese straniere sono state ugualmente sanzionate a causa dei loro rapporti commerciali con Cuba. Così la multinazionale svedese Ericsson, specializzata nel campo delle telecomunicazioni, ha dovuto pagare un’ammenda di 1,75 milioni di dollari per aver fatto riparare, in modo indiretto dalla sua filiale sita in Panama, degli equipaggiamenti cubani del valore di 320.000 dollari, agli Stati Uniti. Tre impiegati, implicati nella vicenda, sono stati licenziati [8]. Il 10 luglio 2012 il Dipartimento del Tesoro ha inflitto un’ammenda di 1,35 milioni di dollari all’impresa statunitense Great Western Malting Co. per aver venduto orzo a Cuba, in modo indiretto attraverso una delle sue filiali straniere, tra l’agosto del 2006 ed il marzo del 2009. Il diritto internazionale umanitario vieta tutti i tipi di embargo sulle materie prime alimentari e sulle medicine, anche in tempo di guerra. Ora, ufficialmente, Cuba e gli Stati Uniti non sono mai stati in guerra tra loro [9].

In Francia, Mano Giardini e Valérie Adilly, due direttori dell’agenzia di viaggi statunitense Carlson Wagonlit Travel (CWT), sono stati silurati per aver venduto dei pacchetti turistici con destinazione Cuba. La società rischia un’ammenda di 38.000 dollari per soggiorno venduto, suscitando l’ira di alcuni dipendenti che comprendono con difficoltà la situazione. “Perché Carlson non ha tolto dal sistema delle prenotazioni i prodotti Cuba visto che non aveva il diritto di venderli?”, si è chiesto un impiegato [10]. Allo stesso modo, CWT rischia di non essere più autorizzata a rispondere agli appalti d’offerta per i viaggi dell’amministrazione statunitense, che rappresentano una parte sostanziale del loro giro d’affari. La direzione della CWT si è espressa così: “Siamo tutti tenuti, in queste condizioni, ad applicare la regola nordamericana che vieta di mandare i viaggiatori a Cuba, [ivi compreso quelli] attraverso le filiali”.

Così, una filiale statunitense con sede in Francia si vede costretta ad applicare la legge americana sulle sanzioni economiche contro Cuba, beffando la legislazione nazionale vigente [11].

Più insolitamente, le sanzioni economiche impediscono ai cubani di utilizzare funzioni del motore di ricerca Google, come Google Analytics (che consente di calcolare il numero di visite su un sito web ed anche la loro provenienza), Google EarthGoogle Desktop SearchGoogle ToolbarGoogle Code Search,Google AdSense o Google AdWords, privando così Cuba dell’accesso a queste nuove tecnologie ed a numerosi prodotti acquistabili on line. La società statunitense l’ha spiegato attraverso la sua rappresentante Christine Chen: “La cosa era prevista nei nostri termini e condizioni di utilizzo. Google Analytics non si può utilizzare nei paesi sottoposti ad embargo” [12].

Allo stesso tempo, quando Washington ha imposto a Google di restringere l’utilizzo dei propri servizi digitali a Cuba e di vietare a L’Avana di connettersi al suo cablo a fibre ottiche per Internet, il Dipartimento di Stato ha annunciato che sarebbe stata assegnata, in modo indiretto attraverso l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), la somma di 20 milioni di dollari “ai militanti per i diritti umani, ai giornalisti indipendenti ed alle biblioteche indipendenti nell’isola” al fine di diffondere, tra l’altro, la “democrazia digitale” [13].

L’amministrazione Obama, lontana dall’aver adottato “un nuovo approccio con Cuba”, continua ad imporre delle sanzioni economiche che colpiscono tutte le categorie della popolazione cubana a cominciare dalle più vulnerabili come le donne, i bambini e gli anziani. Essa non esita a sanzionare le società straniere a dispetto del diritto internazionale applicando misure extraterritoriali. Essa rifiuta comunque di ascoltare l’appello unanime della comunità internazionale che nel 2011 ha condannato, per il ventesimo anno consecutivo, l’imposizione di uno stato d’assedio anacronistico, crudele ed inefficace, che costituisce l’ostacolo principale allo sviluppo della nazione.

(Traduzione dal francese di Simona Bottoni)

NOTE:

1. The Associated Press, “Obama seeks new beginning with Cuba”, 17 aprile 2009.

2. Barack Obama, “Our main goal: freedom in Cuba”, The Miami Herald, 21 agosto 2007.

3. Office of Foreign Assets Control, « Hoja informativa : Tesoro modifica reglamento para el control de bienes cubanos a fin de implementar el programa del Presidente sobre visitas familiares, remesas y telecomunicaciones », Treasury Department, 3 settembre 2009.

4. Office of Foreign Assets Control, «Settlement Agreement ING», Department of the Treasury, giugno 2012. http://www.treasury.gov/resource-center/sanctions/CivPen/Documents/06122012_ing_agreement.pdf (sito consultato il 10 luglio 2012).

5. Ibid.

6. Ministry of Foreign Affairs of Cuba, « Statement by the Ministry of foreign Affairs », 20 giugno 2012. http://www.cubaminrex.cu/english/Statements/Articulos/StatementsMINREX/2012/Statement200612.html (sito consultato il 10 luglio 2012).

7. Ibid.

8. Steve Stecklow & Bail Katz, « U.S. to Fine Ericsson in Panama $1,75 Million Over Cuba Shipments », Reuters, 24 maggio 2012.

9. Office of Foreign Assets Control, « Enforcement Information for July 10, 2012 », Department of the Treasury, 10 luglio 2012. http://www.treasury.gov/resource-center/sanctions/CivPen/Documents/07102012_great_western.pdf (sito consultato il 12 luglio 2012).

10. Jean da Luz, « Carlson Wagonlit Travel : l’embargo cubain fait tomber des têtes en France », Tourmag, 2 luglio 2012 ; Geneviève Bieganowsky. « Licienciements, Carlson redoute la perte des budgets voyages de l’administration US », Tourmag, 3 luglio 2012.

11. Ibid.

12. Michael McGuire, « Google responde a denuncias de Cuba », The Miami Herald, 20 giugno 2012.

13. Juan O. Tamayo, « Estados Unidos busca romper censura tecnológica en Cuba », El Nuevo Herald, 23 giugno 2012.

LINK: LeGrandSoir

FONTEGeopolitica-Rivista


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